Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di startup, ma non tutti sanno esattamente cosa significhi. Proviamo allora a fare chiarezza: il termine “Startup” sta ad indicare, da un lato, lo step di avvio delle attività da parte di qualsiasi nuova impresa, dall’altro “un’organizzazione temporanea in cerca di un business model ripetibile, scalabile e profittevole” (Steve Blank, imprenditore e docente alla New York University).

Concentriamoci proprio su questa seconda accezione di startup e iniziamo col definire bene cosa si intende per business model (letteralmente, modello di business). Rappresenta, in molti casi anche graficamente (si veda in proposito Business Model Canvas), il modo attraverso cui un’azienda “crea, trasmette e cattura valore” cioè, in altri termini, come riesce a fare soldi. Da non confondere con il business plan che, invece, è il piano economico-finanziario di un’impresa che illustra cosa, quanto tempo e quante risorse servono per portare avanti il progetto imprenditoriale.

Il business model, invece, è una vera roadmap per l’impresa, ma non rimane immutato nel tempo: può e deve costantemente essere ripensato e riorganizzato per raggiungere quello che è il suo obiettivo primo, cioè creare il massimo valore per il cliente, elemento imprescindibile per passare da un’idea ad un progetto che abbia successo sul mercato.

Ma ritorniamo alle nostre startup. Come dicevamo, esse si caratterizzano per un business model ripetibile, scalabile e profittevole.

1. Ripetibile: un business che non sia legato alla moda di un momento, né ad un luogo specifico, ma che possa essere replicato in contesti differenti e durare nel tempo senza che lo si debba rivoluzionare.

2. Scalabile: volumi d’affari e clienti possono aumentare anche in modo esponenziale senza un proporzionale incremento dei costi. In altri termini, una startup deve essere in grado di realizzare le economie di scala.

3. Profittevole: che possa generare profitto, non solo e non esclusivamente in termini monetari. Si pensi al caso delle startup digitali, per le quali la profittevolezza è legata al “popolamento”. Facebook, ad esempio, non ottiene ricavi direttamente dagli utenti, ma vendendo alle aziende i dati sui loro comportamenti e le loro preferenze.

Condizione necessaria, ma non sufficiente, perché nasca una startup è ovviamente l’idea: dalle idee e dalle persone portatrici di idee innovative bisogna partire per mettere in campo un progetto vincente. Nelle prossime settimane vedremo insieme alcuni metodi che possono stimolare la creatività e portare alla generazione di idee innovative e vincenti.

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